il silenzio nelle poesie recitate da ‘la setta dei poeti estinti’ alla certosa di padula

Il circolo letterario ‘la setta dei poeti estinti’ è un progetto partito dai social nel 2013, sulla scia del film ‘l’attimo fuggente’, fino a divenire una realtà riconosciuta nel panorama letterario italiano.

nella serata di chiusura del festival ‘luci della ribalta XXII, il silenzio non ha prezzo’, per la prima volta simultaneamente in lingua dei segni, ha recitato magistralmente i versi di chandra livia candiani sul valore fondativo del silenzio: parole come veicoli sonori di comunicazione e di pausa, di inspirazione, come nella superfice bianca della pagina, movimento, vibrazione.

“il bianco è quasi il simbolo di un mondo in cui tutti i colori, come princìpi e sostanze fisiche, sono scomparsi. è un mondo così alto, rispetto a noi, che non ne avvertiamo il suono. sentiamo solo un immenso silenzio che, tradotto in immagine fisica, ci appare come un muro freddo, invalicabile, indistruttibile, infinito” [kandinskij, lo spirituale nell’arte]

in ‘la bambina pugile ovvero la precisione dell’amore’ chandra livia candiani recita:

‘Amo il bianco tra le parole,

il loro margine ardente,

amo quando taci

e quando riprendi a parlare,

amo la parola che spunta

solitaria

sullo specchio buio del vocabolario,

e quando sborda, va alla deriva

con deciso smarrimento,

quando si oscura

e quando si spezza,

si fa ombra. […]’

la parola emerge dal bianco, spunta dalla selva dei suoni e si mescola alle pause che invitano a percepire.

la traduzione simultanea in lingua dei segni ha amplificato la forma fisica del movimento, la danza del senso che muove l’aria e si fa spazio.

Il circolo letterario ‘la setta dei poeti estinti’ è un progetto partito dai social nel 2013, sulla scia del film ‘l’attimo fuggente’, fino a divenire una realtà riconosciuta nel panorama letterario italiano.

nella serata di chiusura del festival ‘luci della ribalta XXII, il silenzio non ha prezzo’, per la prima volta simultaneamente in lingua dei segni, ha recitato magistralmente i versi di chandra livia candiani sul valore fondativo del silenzio: parole come veicoli sonori di comunicazione e di pausa, di inspirazione, come nella superfice bianca della pagina, movimento, vibrazione.

“il bianco è quasi il simbolo di un mondo in cui tutti i colori, come princìpi e sostanze fisiche, sono scomparsi. è un mondo così alto, rispetto a noi, che non ne avvertiamo il suono. sentiamo solo un immenso silenzio che, tradotto in immagine fisica, ci appare come un muro freddo, invalicabile, indistruttibile, infinito” [kandinskij, lo spirituale nell’arte]

in ‘la bambina pugile ovvero la precisione dell’amore’ chandra livia candiani recita:

‘Amo il bianco tra le parole,

il loro margine ardente,

amo quando taci

e quando riprendi a parlare,

amo la parola che spunta

solitaria

sullo specchio buio del vocabolario,

e quando sborda, va alla deriva

con deciso smarrimento,

quando si oscura

e quando si spezza,

si fa ombra. […]’

la parola emerge dal bianco, spunta dalla selva dei suoni e si mescola alle pause che invitano a percepire.

la traduzione simultanea in lingua dei segni ha amplificato la forma fisica del movimento, la danza del senso che muove l’aria e si fa spazio.

2020-11-21T21:51:55+00:00